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Storie e prospettive - Episodio 1 e mezzo: Presentazione prolissa del podcast MingaMal

In questo episodio “uno e mezzo” presento MingaMal in versione estesa e meno formale, rispetto all'Episodio 1: un’introduzione prolissa, ironica e sincera al podcast che “instilla dubbi per migliorare”. Spiego l’origine del nome — dal milanese “non male” — e della tagline, centrata sull’importanza delle domande più che delle risposte. Racconto che MingaMal non offre ricette o verità assolute, ma spunti per mettere in discussione lo status quo, stimolare cambiamenti e migliorare efficienza, produttività e qualità di vita di imprenditori, manager, collaboratori e dell’intero ecosistema aziendale.

Descrivo il pubblico ideale (PMI di servizi con 10–50 persone), il mio percorso trentennale fatto di errori, esperimenti e lezioni condivise con centinaia di aziende, e il ruolo della comunità: ogni episodio si chiuderà con un sondaggio per confrontarsi e imparare insieme. Presento infine il formato: podcast settimanale del venerdì, mezz’ora circa, tra interviste e riflessioni personali… con qualche divagazione e autoironia.

Il sunto dell'AI (riveduto e corretto)

Panoramica

Il contenuto introduce il podcast “Mingamal” di Andrea Veca, pensato per instillare dubbi utili al miglioramento personale e organizzativo, soprattutto per imprenditori e manager di piccole aziende. Andrea descrive il contesto culturale (milanesità), la filosofia del podcast (porre domande più che dare risposte) e gli obiettivi: aumentare efficienza e produttività, migliorare la qualità della vita lavorativa, creare una comunità per ridurre la “solitudine dell’imprenditore”. Evidenzia formati e cadenza (settimanale, venerdì, con possibili extra il martedì), durata prevista di “circa mezz’ora” e un sistema di sondaggi con metrica: 50 compilazioni entro un anno per sondaggio. Il principale “dolore” implicito è la difficoltà degli imprenditori/manager nel trovare spazi di confronto efficace e nell’uscire da inerzia e pratiche disfunzionali che riducono produttività e benessere.

Contesto

Andrea Veca, laureato in ingegneria elettronica con background in Marina, ha cofondato nel 1994 Achab (distribuzione software), operativa fino al 2025. Nel 2022 la società è stata acquisita da un fondo di private equity; Andrea è stato managing director per tre anni prima di uscire. Ha contribuito alla diffusione del modello MSP (servizi IT gestiti) e alla creazione di una comunità professionale. Lancia “Mingamal”, podcast settimanale per imprenditori e manager di PMI, focalizzato su riflessione, condivisione e cambiamento. Il podcast mira a una comunità attiva tramite sondaggi, con metrica di partecipazione di 50 compilazioni entro un anno per sondaggio.

Punti Dolenti

La principale difficoltà è la solitudine di imprenditori e manager nel confrontarsi su problemi specifici, che alimenta inerzia e prassi inefficienti. Impatto: minore produttività e qualità della vita lavorativa, riduzione del margine, aumento di stress, burnout e clima negativo con effetti su dipendenti e collaboratori. Situazione attuale: esistono spazi come associazioni di categoria, BNI, Rotary, ma non sempre sono efficaci; manca un luogo pratico e continuativo di confronto orientato a domande e miglioramento.

La inerzia organizzativa (“si è sempre fatto così”) ostacola cambiamento e miglioramento continuo. Impatto: mancato recupero di produttività, mancata crescita del margine e opportunità perse. Situazione attuale: prevalenza di routine consolidate senza sperimentazione; il podcast vuole stimolare domande per avviare iniziative di cambiamento. Metriche: riferimento indiretto a un target di produttività (+10%) come benchmark ispirazionale. Esempi: pratiche non riviste e assenza di feedback strutturato portano a stagnazione. Contesto: PMI dei servizi con strutture organizzative basiche. Stakeholder: direzione, middle management, team operativi.

La scarsa qualità della vita lavorativa in molte PMI, con stress e burnout, compromette clima e performance. Impatto: “produttività azzerata”, demotivazione e aumento dei conflitti. Situazione attuale: mancano sistemi organizzativi robusti e pratiche manageriali salutari; il podcast mira a sensibilizzare e proporre domande catalizzatrici.

Obiettivi

Creare una comunità attiva attorno al podcast per ridurre la solitudine e favorire il confronto. Metriche di successo: entro 1 anno raggiungere 50 compilazioni per sondaggio.

Definire un format disciplinato: episodi settimanali di “circa mezz’ora”, con interviste e solista.

Pubblicazione il venerdì; possibili salti per festività; extra il martedì basati sui sondaggi.

Trascrizione dell'episodio

Ciao sono Andrea Veca e ti do il benvenuto, cara ascoltatrice caro ascoltatore, a MingaMal,

il podcast che instilla dubbi per migliorare.

Benvenuta e benvenuto all’episodio uno e mezzo!

Trovi pubblicato anche l’episodio uno, che dice sostanzialmente le stesse cose, ma è più sintetico e sicuramente più curato.

Quindi ti trovi davanti ad un dilemma: sentire le stesse cose in modo sintetico e curato oppure sbrodolato e raffazzonato? A te l’ardua sentenza!

Se non hai già sentito l’episodio uno, ovviamente!

Ad ogni modo, l’obiettivo comune agli episodi uno e uno e mezzo è di darti un po’ di informazioni circa quello che sarà il podcast.

Cominciamo dal nome.

Mingamal viene dal dialetto milanese e significa “non male”.

Penso che questo podcast sarà … non male.

Capisco che non sia un superlativo assoluto alla Trump, che di questi tempi pare essere il minimo sindacale, ma ci piace di più così!

Mi piace anche pensare che il titolo sia un riferimento ai valori positivi della milanesità: voglia di lavorare, generosità, apertura e accoglienza verso chi dimostra impegno.

Poi mi rendo conto che forse questi valori esistono ormai solo nelle canzoni di Jannacci. Ma mi piacciono lo stesso.

Parliamo della tagline “dubbi per migliorare”.

Parto dalla considerazione che la cosa difficile è trovare le domande, non le risposte.

Io so di non sapere, e quindi non so che cosa non so.

Nel momento in cui so che cosa non so, sono a metà dell'opera perché poi posso andare a cercare il mio modo di colmare quella lacuna o quelle lacune, posso trovarmi le mie risposte a quelle domande

L'obiettivo di MingaMal è di instillare dubbi, cioè domande, per stimolare riflessioni ed individuare cambiamenti … auspicabilmente in meglio.

Escludo categoricamente di dare risposte io, primo perché non le ho. Ma anche perché la figura del guru non mi appartiene proprio e, anzi, mi fa un po’ pena.

Sicuramente esprimerò la mia opinione, ma tale rimarrà: una opinione.

Capiterà che io racconti come ho fatto io le cose, ma è solo UN modo di fare le cose.

Del resto, se no ti dico di indossare tutti i giorni una T-shirt grigia e vedrai che diventerai proprietario di un social network dal valore di centinaia di miliardi di dollari.

Quindi, ancora una volta, MingaMal vuole instillare dubbi finalizzati al miglioramento.

Ma si fa presto a dire miglioramento: miglioramento in che senso?

La mia prima risposta è un po’ astuta e sgusciante: sarai tu, cara ascoltatrice, caro ascoltatore, ad interpretare il miglioramento, in base alla tua realtà.

Io credo che nel momento in cui si mette in discussione lo status quo e in cui si intraprende un'iniziativa, qualsiasi iniziativa, per modificarlo, ebbene questo non possa che portare miglioramenti.

Opinione discutibile e stolidamente ottimista, sed opinione, la mia opinione.

Ed opinione di cui sono convintissimo: per quello che ho visto negli anni, i problemi veri nascono quando si va avanti per inerzia, perché si è sempre fatto così. È ovvio che non tutti i cambiamenti riescono col buco. E chi se ne frega. Meglio fare un passo indietro e due aventi che stare fermi. E ti sfido a dissentire da un teorema così sapientemente argomentato.

Per essere più quantitativo e non eludere la domanda – cioè, miglioramento in che senso – , cito alcuni miglioramenti che mi piacerebbe che MingaMal contribuisse a scatenare.

Aumento di efficienza e di produttività all'interno dell'azienda, quindi misurabili in termini di aumento del margine e naturalmente di aumento del gettito Ires e Irap, perché siamo dei patrioti.

Questa idea dell’IRES mi è venuta in mente ascoltando la presentazione di Alvise Biffi, presidente di Assolombarda, Biffi ha presentato il progetto ReThinking Industry, pensato per portare l’AI nelle piccole aziende per aumentare del 10% la produttività delle PMI lombarde.

E la trovo un’iniziativa eccezionale. Ma quanta altra produttività potremmo recuperare togliendoci un po’ di prosciutto dagli occhi?

Altri miglioramenti.

Miglioramento della qualità di vita, lavorativa ... – e lavorativa e non: il confine è spesso molto labile – dell’imprenditore o del manager non fosse altro che perché non si senta solo nell'affrontare determinate difficoltà che tutti ci troviamo a fronteggiare.

A proposito di questo, volevo fermarmi un attimo su quella che chiamo la “solitudine dell’imprenditore”. E anche del manager, sebbene in misura un filo minore. Con chi parla l’imprenditore? Con chi si confronta? Con chi parla dei problemi da imprenditore intendo. Coi dipendenti no, con i professionisti no. E allora, come si sfoga? E come apprende circa nuove opportunità?

In realtà ci sono già ambiti in cui sentirsi meno soli, associazioni di categoria, BNI, Rotary e simili. Ma, sulla base di quello che ho visto, non sono sempre efficacissimi e mi piacerebbe aggiungerne un altro.

E ancora, miglioramento della qualità di vita lavorativa di dipendenti e collaboratori, per gli effetti positivi del cambiamento sull’ecosistema umano dell’azienda. E qui ce n’è da fare, a vagoni. Nelle piccole realtà ho visto cose che voi umani, ho visto distorsioni pazzesche che portano a insoddisfazione, burnout, come si dice oggi, clima di tregenda e produttività azzerata.

Per anni ho detto che è meglio lavorare bene, guadagnando e divertendosi che lavorare male, stressati, senza vedere una lira. L’ho detto talmente tante volte che, quando ho lasciato l’azienda, alcuni colleghi mi hanno fatto una maglietta. Ma questa, che sembra una boiata alla Max Catalano, a volte si realizza ... prendendo la forma della seconda opzione.

A chi si rivolge MingaMal?

Principalmente a imprenditori e manager con responsabilità di coordinamento in piccole aziende.

Diciamo tra la decina e la cinquantina di dipendenti/operatori e un fatturato tra il milione e rotti e la ventina di milioni.

Questo dimensionamento è basato su società di servizi. In altri ambiti, ad esempio quello manifatturiero, possiamo dire che questo numero si riferisce alle persone non dedicate alla produzione.

Insomma, per chi ha un certo volume di costi fissi, soprattutto di manodopera, ma non ha ancora un sistema organizzativo spettacolare, a prova di bomba.

Aziende più piccole e più grandi, persone che non siano imprenditori o manager sono più che benvenute, ovviamente!

Perché nasce MingaMal?

Sostanzialmente per la mia esperienza personale.

Il mio curriculum si riassume in una riga: fresco di laurea in ingegneria elettronica e di servizio militare in Marina, ho co-fondato una società nel 1994 e ci sono rimasto fino al 2025. Nel 2022 la società è stata acquisita da un fondo di private equity e, dopo tre anni come managing director, ne sono uscito definitivamente.

Nel corso della mia carriera ho fatto una caterva di errori, esperimenti non riusciti e fallimenti che potrebbe riempire un libro. Anzi, un podcast!

La cosa interessante è stata che la maggior parte degli errori, li ho riscontrati anche nelle centinaia di aziende che ho avuto la fortuna di conoscere.

In sintesi, facciamo tutti gli stessi errori! E manchiamo tutti le stesse opportunità. O almeno, quasi tutti.

Magari confrontandoci e condividendo possiamo fare meglio!

Sono relativamente certo che sia così.

L’azienda in cui ho lavorato, che si chiamava Achab, di mestiere distribuiva software. Oltre ai prodotti, che ci davano da mangiare, abbiamo contribuito a diffondere in Italia un particolare modello di business (quello dell’erogazione dei servizi IT gestiti: il mondo dei Managed Service Provider, se ti piace l’inglese o MSP si ti piacciono gli acronimi). A diffondere il modello MSP, dicevo, ma soprattutto a creare una vera comunità di professionisti del settore, che ha funzionato in modo fruttuoso per parecchi anni. Quindi confronto e condivisione portano vantaggi, non ho dubbi al riguardo.

A proposito di comunità, anche MingaMal deve diventare una comunità, per avere senso.

Mi spiego meglio

Come ho detto, MingaMal instilla dubbi, che poi tu, cara ascoltatrice, caro ascoltatore, ti elabori sulla base della tua sensibilità e della realtà in cui lavori.

Ma magari ti interessa sapere come altri reagiscono alle sollecitazioni, per avere un riferimento.

Per questo, alla fine di ogni episodio, ci sarà un sondaggio per raccogliere impressioni, informazioni e conoscenza dalle altre ascoltatrici e degli altri ascoltatori del podcast.

L’obiettivo che mi sono dato è di avere cinquanta compilazioni per sondaggio nel giro di un anno. Se non ci arriviamo, beh dovremo capire se il progetto abbia senso oppure no.

Dico tutto questo per farti sentire in colpa sin d’ora, cara ascoltatrice, caro ascoltatore: se non partecipi attivamente, andiamo tutti a fondo.

Ultima cosa, a proposito di amarcord, vorrei ricordare un altro podcast, che si chiamava RadioAchab che avevo lanciato una decina di anni fa e che è andato avanti per un duecento e rotti episodi. Sebbene non abbia mai raggiunto numeri da hit parade, ci siamo divertiti un sacco, dando vita a personaggi come il professor Sorzini, che sarebbe bello portare anche su queste frequenze! E ancora mi capita di incontrare persone, anche insospettabili, che rimembrano i tempi andati di RadioAchab.

MingaMal, come RadioAchab, è un podcast settimanale e gli episodi saranno pubblicati il venerdì

Può essere che ci siano degli episodi extra, il martedì. L’idea è che, se tu, cara ascoltatrice, caro ascoltatore, e gli altri compilate diligentemente i sondaggi, poi facciamo degli episodi flash in cui condividere e commentare i risultati del sondaggio.

E capiterà che alcuni episodi saltino per feste, patroni e altre amenità.

Ciascun episodio durerà circa mezz'ora. So già che sto mentendo perché alcuni argomenti non ci stanno proprio, a meno di fare i tutorial su come si sbucciano le banane, nello stile di quel genio assoluto di Khabi Lame. Ma ci sforzeremo alla morte per rispettare i tempi.

In molti episodi coinvolgerò altre persone, sotto forma di interviste.

In altri, come in questo, sarò qui solo soletto ad allietare il tuo viaggio, la tua stiratura o il tuo giro con il cane!

Questo è quanto.

Grazie mille per il tuo tempo e la tua attenzione, cara ascoltatrice, caro ascoltatore.

Iscriviti al podcast, dagli subito ventotto stelline – così: secco, sulla fiducia – e diffondi il verbo.

Ci sentiamo, spero, venerdì prossimo!

Parleremo di budget: roba eccitantissima e ganzissima, altro che banane.

Ciao!